Dal 1920 al 2006, per quasi un secolo, il marchio Renault Agriculture fu protagonista della meccanizzazione agricola mondiale. Uscì di scena solo per decisione politiche, ma molte soluzioni battezzate dai trattori arancioni sono in auge ancora oggi.
L’inizio delle attività industriali avanzate dall’attuale gruppo Renault coincise con l’instaurazione della Terza Repubblica francese. Dopo la sconfitta subita dall’Esercito napoleonico contro quello prussiano a Sedan, nel 1870, cadde il Secondo Impero e venne instaurata una nuova Repubblica. La terza appunto, dopo la prima nata nel 1792 dalla Rivoluzione e la seconda del 1848 nata a seguito di elezioni che portarono al potere un Governo moderato. La sua istituzione fu accompagnata sia da grandi riforme sia da lunghi periodi di crisi e instabilità per la politica del Paese. Ma proprio in questo clima turbolento si fondano le radici del pionieristico lavoro di Louis Renault e della sua omonima azienda, fondata pensando essenzialmente all’auto.
Quasi subito i primi prototipi
Nata il 25 Febbraio 1899, la “Société Renault Fréres” aveva già realizzato una prima vettura l’anno precedente e per lungo tempo abbinò la produzione delle auto a quella dei motori. Unità che furono in larga parte utilizzate dalle società dei trasporti parigine. L’esordio in campo agricolo però non tardò ad arrivare risalendo ai primi Anni del Novecento. Questo sebbene l’attività fu saltuaria e subì una battuta d’arresto a causa dell’inizio della Prima Guerra mondiale.
Subito dopo l’attentato di Sarajevo, infatti, la Francia fu una delle prime nazioni europee a decidere la mobilitazione dell’esercito, il due agosto 1914. E come sempre accade la guerra non stravolge solo la politica e la società, ma anche l’economia. Con il passaggio da un’economia di pace a un’economia di guerra, infatti, anche La “Société Renault Frère”, dovette cambiare le sue produzioni. Passando a realizzare cingolati, obici, carri armati e munizioni. Solo dopo l’armistizio del 1918 e il conseguente Trattato di Versailles, la Casa poté abbandonare le commesse militari per dedicarsi di nuovo alla produzione di automobili e camion rispolverando anche i trattori. Mezzi che molto ereditarono in termini progettuali dalle esperienze maturate in ambito bellico nella produzione di carri armati.
Dal carro “Ft” al trattore “Gp”
Non a caso il primo trattore dell’Azienda, siglato “Gp”, fu sviluppato sulla base del carro armato “Ft”. Rivisto nel motore, un quattro cilindri da 20-30 cavalli posto anteriormente, e alleggerito. I trattori non erano quindi veicoli del tutto estranei alla produzione Renault né Louis Renault era estraneo al Mondo agricolo. Essendo egli stesso proprietario di una fattoria ubicata a Herqueville, nel Nord della Francia, che veniva usata anche per collaudare i vari modelli che vennero via via a susseguirsi.
Questi furono quindi concepiti partendo dalle problematiche concrete degli agricoltori locali e tenendo conto della situazione in cui versava la classe contadina francese nell’immediato dopoguerra. Sguarnita sia di lavoratori sia di mezzi per lavorare la terra.
Non fu un caso dunque se già nel 1921 i trattori cingolati vennero proposti anche in versioni a ruote siglati “Ho”. Erano caratterizzati da cofano ad “alligatore”, sotto al quale erano installati motori a quattro cilindri da 22 cavalli circa. Raffreddati mediante radiatori posizionati posteriormente ai motori così da privilegiare la visibilità degli operatori.
Il primo gommato Renault
Nel 1926 Renault introdusse poi il modello “Pe”. Ampiamente rivisto rispetto ai suoi predecessori oltre che mosso da un nuovo motore con consumi ridotti raffreddato da un radiatore verticale. Nel 1931, con “Pe1”, il radiatore fu poi spostato in posizione anteriore e nel 1933 il modello divenne il primo trattore gommato prodotto in Francia.
Dagli Anni 30 anche i motori diesel
All’inizio degli Anni 30 poi, quando ancora in Francia non si sentivano le pesanti conseguenze della crisi economica del 1929, Renault decise di dedicarsi alla realizzazione di modelli equipaggiati con motori diesel. Si avviarono con il modello “Vi” subito seguito da “Pe E2”, fabbricato fino al 1936. Quindi dai modelli “Rks”, con un motore bicilindrico semidiesel da 10-20 cavalli, e dal piccolo “Yl”. Mosso da un quattro cilindri erogante otto cavalli che rimase sul mercato fino al 1938.
In tale anno Renault arrivò a produrre fino a 40 trattori al mese, divenne il più rilevante costruttore di Francia e pose le basi per il lancio del suo top di gamma “Vy”. Equipaggiato con un motore a quattro cilindri da 45 cavalli. Un mezzo che avrebbe proiettato la Casa ai vertici del mercato se di lì a poco non fosse scoppiata la Seconda Guerra Mondiale.
Le linee di produzione delle auto e dei camion tornarono a realizzare materiali bellici. Quelle da cui scendevano i trattori videro i mezzi riconvertiti a gasogeno. Terminate le ostilità nel 1945 la Casa dovette poi affrontare nuove sfide. In primis quella della sua nazionalizzazione indotta dalla morte violenta del Fondatore. Accusato di connivenza con il regime nazista, incarcerato senza processo e ucciso senza che potesse far valere le sue ragioni.
Livrea arancione e nazionalizzazione
A complicare ulteriormente le cose ci si mise poi anche il Piano Monnet di ammodernamento per l’industria e l’agricoltura. Adottato da Charles de Gaulle per stimolare la ripresa economica francese. Nonostante tali difficoltà fu proprio in quel periodo che Renault decise di adottare l’arancio quale sua livrea. E pose le basi per avviarsi a diventare, nel 1950, il più grande produttore di trattori francese con otto mila e 550 unità. Il 58 per cento circa della produzione totale del Paese.
Le sue macchine utilizzavano sia motori propri sia unità Mwm e Perkins e tutti i modelli vantavano le trasmissioni più attuali del momento. Come ben dimostrano le 12 marce di “385”, lanciato nel 1961.
Nel 1970, l’Azienda presentò poi il suo primo trattore a quattro ruote motrici diventando anche fornitrice in aftermarket e di altri costruttori. Fra i quali l’italiana Carraro e la giapponese Mitsubishi oltre che, dalla fine del 1993 al 1998 con John Deere. La Casa americana forniva a Renault i suoi motori John Deere in cambio John Deere riceveva i trattori serie “3000”.
Nel 2003 la prima acquisizione
Altre forme di collaborazione si susseguirono poi nel tempo, ma il Gruppo Renault decise di concentrare tutte le sue energie sulle produzioni automotive. Cosa che nel 2003 portò alla cessione delle quote di maggiora nza di Renault Agriculture al gruppo Claas che fra il 2006 e il 2008 finì poi col diventare proprietario della Casa.
La produzione dei trattori arancioni venne via via abbandonata e con loro uscì dal mercato della meccanizzazione agricola anche il marchio Renault. Non le sue più esclusive soluzioni progettuali però. Molte di loro sono infatti ancora oggi in auge e alcune, in primis i sistemi di sospensione integrali delle cabine, hanno anche fatto scuola.
Renault Agriculture: un secolo da protagonista
Autore: Redazione